Ditta Vigliacci
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kenyér, vaj és lekvár 
Piatto tipico ungherese

Ingredienti 

KENYÉR
VAJ 
LEKVÁR
(vari gustis)
Trucco segreto
Immagine
Prendere il coltello e sedersi lentamente assicurandosi che la tovaglia non abbia macchie di vino o sugo dalla sera prima. Avendo preventivamente tagliato il KENYÉR a fette regolari e senza strappi troppo bruschi. Contate i buchi d'aria nella fetta e individuate quelli passanti. Scartate le fette con troppi buchi passanti per ovvie ragioni che conoscete benissimo. Adesso via col VAJ con amore e decisione. Ogni tanto controllate i fianchi e fermatevi solo quando il senso di colpa è soffocante. Per fortuna è arrivato il momento di esagerare con dell'ottima LEKVÁR Gustis vari. Incrociate le gambe e spostate tutto il peso  su una sola natica. Se questa posizione non produce piacere e liberazione assestatevi nuovamente come prima e riprovate dopo qualche minuto. Il vostro  KENYÉR, VAJ ÉS LEKVÁR è pronto. Degno di qualsiasi tavola ungherese. Servite agli amici con delle salviette non troppo bianche.

Pennette all'araCosta.........MOLTO



Ingredienti per due persone sportive e affamate:
2 carciofi spinosi del medio campidano (Villasor/Serramanna)
2 spicchi d'aglio di ignota provenienza
3 cucchiai di olio di Gonnosfanadiga
300 gr. di spaghetti n° 5 (o comunque spessoncelli)
½ limone
1 pugno di sale chiodato
q.b. peperoncino “Ubaldo”



Immagine
Ingrediente segreto
Preparazione
Riempire una pentola capiente d'acqua, facendo attenzione a non versarne sul pavimento.
Porre sul fornello a tottupompa e portare a ebollizione. Ricordarsi di coprire con il coperchio per accorciare i tempi.
Preparare una boul  con dell'acqua e spremerci dentro il mezzo limone.
Pulire i carciofi. Come? 
Spelare il gambo, senza mai toccarlo con le mani per evitare di conservare l'amaro. Assicurarsi di salvare solo la parte tenera. Affettarlo a fetta di salame in lamelle sottilissime. 
Tagliare le spine del carciofo, tagliare in due le teste e togliere delicatamente i fastidiosissimi e bastardissimi peluzzi tipici del carciofo. Affettare in lungo le mezze teste, anch'esse in lamelle sottilissime. 
Versate tutte le lamelle nella boul d'acqua e limone. Questo eviterà che i vostri carciofi si anneriscano nell'attesa di farli sfrigolare nell'olio caldo.
L'acqua bolle già. Vero?
Perfetto. Salatela con il  pugno di sale (se avete le mani piccole mangerete insipido, se siete dei boscaioli mangerete salato. Ma il palato dei boscaioli non è mai stato molto fine è risaputo. Quindi non vi accorgerete)
In un'ampia padella  versate due cucchiai d'olio di Gonnosfanadiga e accendete il fornello a mesupompa.
Buttate nell'acqua bollente i 300gr. di spaghetti.
Spellate i due spicchi d'aglio e posizionateli sul tagliere. 
Adesso colpiteli con quasi tutte le vostre forze. Se avete esagerato vi renderete conto che non c'è più l'aglio ma solo una poltiglia cremosa. Ripetete l'esercizio fino a spappolare lo spicchio  solo leggermente.
Buttate i due spicchi d'aglio nell'olio caldo e lasciate che soffriggano dolcemente. Non date scossoni di fiamma e non guardatelo continuamente. 
Piuttosto date una giratina alla pasta. Non c'è nulla di più odioso di addentare due o addirittura più spaghetti attaccati tra loro. Dio come li odio.
La pasta e quasi cotta? Forse. 
Prendete uno spaghetto e tagliatelo a metà, se dentro c'è un'animella bianca ci siamo quasi. 
Se dentro non c'è più l'animella bianca, bè, con tutta probabilità la pasta è scotta. Quindi una vera porcata degna di uno spagnolo o di un inglese e a questo punto conditela pure con ketchup.
Ma ammettiamo che siate riusciti a tenere d'occhio la cottura. 
Prima di scolare la pasta scolate bene i carciofi e buttateli nella padella insieme all'aglio che adesso dovrebbe essere dorato a dovere (color sabbia di Pistis).
Fornello a tottupompa, pizzico di sale, peperoncino Ubaldo e saltate due volte.
Scolate la pasta lasciandola abbastanza umida (conservate un po d'acqua di cottura nella pentola, vi potrebbe servire qualora lo spaghetto si stesse trasformando in un odiosissimo pappone)
Versate gli spaghetti nella padella, saltate insieme ai carciofi che non dovrebbero esser cotti ma solo scottati dal fuoco molto alto. Ripeto molto alto. Ripeto a tottupompa.
Saltate, salate e saltate aggiungendo il terzo cucchiaio di olio di Gonnosfanadiga e se fosse necessario anche di più.
Servite lo spaghetto caldo e mettete in tavola del formaggio grattugiato. Invitate, se necessario insistentemente, i vostri commensali a spolverarcelo sopra.
Addentate il primo boccone con gli occhi chiusi e pensate a quanto sarebbero state più buone le pennette all'aragosta se solo vi sareste potuti permettere un aragosta per sperimentare le ricette trovate sul ricettario della Ditta Vigliacci.
Buon Appetito
Edonio

Spaghetti  alla Mirardo

Preparazione


Indossare un copricapo adatto e darsi delle arie prima di cominciare a cucinare; fatto questo dovete prendere un pollo e snocciolarlo ben bene. 
Metterlo in una teglia grande un pò di più di quanto basta , previamente unta all'interno e all'esterno con una riduzione di aceto di cane bagnato. 
Importante: ammollate il cane per almeno 48 ore. 
L'ideale cottura sarebbe alla portoricana con variante svizzera, ma anche le cucine tradizionali a gas riescono ad ottenere un buon risultato.
Riscaldare il forno, anche'esso previamente unto all'interno e all'esterno con la riduzione pelosa, fino ad una temperatura in rialzo rispetto alle minime stagionali.
Spargere il trito di verza, coriandoli blu e coreganzolo a fine cottura per insaporire la bestia.
Questa pietanza, pur essendo molto divertente da preparare, non risulta essere commestibile e per gli effetti che genera è illegale in 16 paesi. 
Consigliamo a questo punto, se la fame permane, di farvi un piatto di spaghetti e di condirlo come più vi aggrada.
O anche in bianco a volte ha il suo perchè.


NB: ricetta approvata da vegetariani, sportivi e refettori di suore.
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